00 26/09/2016 09:56
Egidio aprì con le sue chiavi.
La porta dell'edificio, nuova e lucida di ottoni, contrastava con l'apparenza vetusta e logora dell'intero edificio.
"Entrare qui mi crea sempre una sensazione di nausea insopportabile, ma non ho scelta"
Erano giorni che non riceveva notizie dalla Signora: dopo le missioni al cimitero monumentale, che nonostante non fossero andate per il meglio avevano portato frutti insperati, non era più riuscito ad entrare in contatto con i suoi datori di lavoro un po' speciali...

Le stanze al piano superiore erano vuote, e al piano terra non c'era nessuno a parte qualche ratto.Doveva scendere. Doveva.

La botola era pesante, ma il sistema di carrucole fece il suo lavoro.
Una zaffata di aria infestatne uscì all'improvviso, investendo il povero italoamericano con tale nefanda violenza da impedirgli qualsiasi tentativo di resistenza: in un angolo rovesciò la cena con rumori gorgoglianti.
Dopo essersi pulito e sistemato, come nulla fosse successo, discese i gradini: le luci, già accese, avevano una luminescenza malata.
Arrivato al piano, sapeva bene quale delle tre porte doveva aprire, ma era l'unica che non voleva nemmeno sfiorare.

Raccolta fino all'ultima briciola di volontà, la mano sulla maniglia, e infine l'orrore: un sarcofago aperto con un corpo in stato di decomposizione avanzata, eppure ancora sanguinante, era collegato tramite flebo come mille tentacoli di cefalopode a diversi bozzoli di una qualche materia appiccicosa appesi al soffitto. Icore nero copriva il pavimento, segnato da diverse impronte di piedi nudi femminili accompagnate da strisciate come due binari a destra e sinistre dei passi. Seguendole con lo sguardo intontito da tanto orrore, si arrivava a lei: Madame Marie, nuda, con le ali sozze ripiegate indietro ad abbracciare lo schienale della poltrona sulla quale stava in stato catatonico.

Per un attimo un bagliore improvviso nei suoi occhi viola, epoi parole incomprensibili tra le quali si capiva solo una vaga espressione.

"La Rinascita giungerà presto"